Riceviamo e pubblichiamo
Sono la mamma di uno dei ragazzi speciali di cui purtroppo sì parla spesso ultimamente e purtroppo se ne parla non per solidarietà ma la contrario per le ingiustizie che stanno subendo purtroppo a causa dell’indifferenza di chi ha il dovere dì proteggerli.
Mi faccio portavoce di tutte le mamme, che giustamente aspettano delle risposte dai signori della Regione, dai Comuni, dalla fondazione e non da meno dal Vescovado, che già oltretutto ha ricevuto le nostre lettere inviate anche al Santo Padre, ma ahimè senza risposta.
Vorremmo capire perché la Chiesa è totalmente assente davanti a questa ingiustizia, mentre invece dovrebbe essere la prima a proteggere i suoi figli più deboli.
Vorremmo capire perché anche voi signori politici siete così silenziosi, perché non avete il coraggio di affrontarci e darci delle risposte concrete? Perché tutti rifiutano un facci a faccia nelle nostre manifestazioni? Perché? Perché?
Tanti perché ma purtroppo tutti senza risposta.
Silenzio, solo tanto silenzio, intorno a questa ingiustizia subita da questi ragazzi, già provati da un destino che li ha resi speciali ma con le difficoltà che solo noi familiari conosciamo, si è concluso il tutto nell’indifferenza e nel silenzio più totale, davanti al loro diritto di continuare a sentirsi vivi, partecipi di una quotidianità adatta alle loro esigenze speciali, appunto, e nel caso dei bambini in età evolutiva viene negata l’opportunità di raggiungere quel poco di autonomia che altrimenti non raggiungerebbero mai.
Ecco signori l’importanza del semi residenziale, é proprio questo, che oltretutto lo distingue dal semplice ambulatoriale. Molte volte ci siamo sentiti accusati di voler usufruire della Fondazione perché vogliamo liberarci dei nostri figli e che la Fondazione per noi è solo un parcheggio, mi dispiace ma non è così… certo non mi vengono a dire che che in quelle ore siamo più rilassati, alcuni lavorano, ci dedichiamo un po’ a noi stessi e soprattutto a anche agli altri figli che inevitabilmente soffrono e si sentono messi da parte, che male c’è ad avere un po’ di sollievo, perché quando nasce un bambino disabile tutta la famiglia diventa disabile e spesso lasciata sola come sta accadendo oggi a Penne.
Ed è per questo signori politici, rappresentanti della Chiesa, comuni, regione ecc che noi tutti siamo coinvolti in questa questa vicenda incresciosa, chiediamo risposte concrete, fatti, sentire che ci siete che proteggete e capite le esigenze di queste meravigliose creature, che sicuramente non meritano di essere abbandonate in questo modo.
Non parlate inutilmente di integrazione, umanità e accoglienza quando poi i fatti dimostrano il contrario, ma riflettete su queste tre definizioni. Dimostrate che ci siete e che vi impegnerete a dare voce ai nostri ragazzi e che ancora possiamo credere in qualcosa di buono, che possiamo credere in voi.
Grazie per la vostra attenzione, una mamma delusa!