Penne. Nessuna soluzione in vista dopo il vertice in Regione: 38 giovani restano senza riabilitazione

08 febbraio 2018


PENNE. Per i servizi di riabilitazione ai trentotto disabili della Paolo VI di Penne non c’è alcuna copertura finanziaria. Lunedì scorso, dopo un vertice tenuto in Regione Abruzzo, l’ex sindaco di Penne, Rocco D’Alfonso, in qualità di portavoce della presidenza regionale, aveva sottolineato come fossero state individuate soluzioni, sia dal punto di vista amministrativo sia, soprattutto, da quello finanziario. In realtà, la questione è tutt’altro che lineare.
Al momento, infatti, non vi è ancora alcun fondo disponibile per assicurare il servizio del centro diurno, necessario ai 38 giovani disabili della Paolo VI che, a causa del diverso setting per loro studiato, non sono ritenuti più utenti sanitari. Tant’è che il caso è divenuto di natura sociale e non sono per ora disponibili soluzioni alternative per la copertura del servizio.
«La questione riguarda le risorse delle politiche sociali e non la sanità. Vanno trovate a tal fine risorse integrative per gli ambiti sociali sulla cui cosa sto lavorando e mi sto spendendo», ha precisato ieri pomeriggio l’assessore alla Sanità regionale, Silvio Paolucci.
Alla riunione convocata in Regione erano presenti lo stesso Paolucci con Angelo Muraglia, giá direttore del dipartimento Salute della Regione Abruzzo; Valterio Fortunato, direttore sanitario della Asl di Pescara; Rocco D’Alfonso, dell’ufficio di presidenza della Regione; l’assessore al Sociale di Penne, Lorenza Di Vincenzo; il presidente del Consiglio comunale pennese, Antonio Baldacchini, e il direttore della Paolo VI, don Marco Pagniello. Tra una ventina di giorni, ci sarà un nuovo incontro e se ne saprà di più. Di certo, i tempi non saranno brevi e per i ragazzi disabili ci saranno giornate meno impegnate e quindi più complicate per le famiglie. Nel caso la Regione riuscisse a trovare un finanziamento per il servizio, la risorsa dovrà essere assegnata all’Ambito sociale vestino che poi, a sua volta, dovrà destinarlo per la copertura ad hoc del servizio di semiresidenzialità per i ragazzi della Paolo VI.
Secondo la rappresentante delle famiglie dei 38 utenti della Paolo VI, Alessia Cacciatore, la tempistica è inaccettabile e lascia tanta amarezza. «Considerati i problemi che vivono questi ragazzi e le loro famiglie ci aspettavamo una maggiore velocità. Sono amareggiata. Di sicuro, non ci fermeremo nel tutelare i bisogni di questi ragazzi “speciali”», prosegue la Cacciatore. Il centro diurno costa 25 euro al giorno, più 150 euro di trasporto mensile (per i residenti di Penne). Parliamo di una cifra di circa 6/700 euro al mese. Davvero troppo alta per i comuni mortali. (f.b.)
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